RIPRENDIAMO IN MANO IL DESTINO DELLE CELLULE DEI NOSTRI FIGLI. attivato un Link Per chi vuole contribuire e sostenere le attività di studio, analisi e ricerca di una soluzione concreta.

Gentili Genitori,

Riprendiamo in mano il destino delle cellule dei nostri figli. Qui il link: www.maxseregni.it

Come anticipato, il tempo dedicato è stato tanto e tanto altro tempo dovrà essere investito nelle prossime settimane per poter proseguire con la stessa voglia di chiarezza e di serietà su questo cammino di ricerca di informazioni, dati ed analisi.

Siamo convinti di aver raggiunto grandi risultati grazie al serio ed enorme lavoro svolto in questi mesi.

Quello che proponiamo, come noto, non sono astratte “class action” (contro chi e con quale finalità concreta?) o generiche e non definite “azioni” contro società fallite o e/o richieste di ipotetici risarcimenti, nella consapevolezza di non poter portare a casa nulla per via della procedura di bancarotta della nostra controparte principale.

Chi vuole denunciare, querelare o fare altro è, come ovvio, libero di farlo. Svolte le formalità del caso, si riproporrebbe (e si ripropone) comunque il vero nocciolo del problema.

Quello che a noi interessa come priorità è infatti il passato, il presente ed il futuro delle “cellule dei nostri figli”.

È proprio il materiale biologico ciò che avevamo deciso di conservare al momento della nascita dei nostri figli, ed è sempre quello stesso ed unico materiale biologico che anche oggi vogliamo tutelare.

E dobbiamo essere noi a riprendere in mano, con forza e determinazione, il loro destino. Non vogliamo che siano altri a decidere al nostro posto e non vogliamo neppure assistere passivamente alle decisioni altrui. Noi siamo i genitori, noi decidiamo e nessun altro deve permettersi di farlo al nostro posto.

Le cellule sono dei nostri figli e decidiamo noi.

Le domande che all’inizio di questa vicenda ci ponevamo erano principalmente: “dove si trovano le nostre cellule? perchè sono state trasferite? con quali modalità? sono davvero quelle dei nostri figli? sono state danneggiate o compromesse o usate per altri fini ? saranno utilizzabili in futuro per le ragioni per le quali le avevamo conservate?”.

All’inizio di questo lungo percorso, sembrava impossibile poter arrivare a capire cosa era accaduto. I pezzi del mosaico erano incomprensibili e dispersi ovunque: Società, scatole cinesi, contratti differenti, accordi misteriosi, Svizzera, Olanda, Belgio, Dubai, Stati Uniti, Fondazioni, Tanks, Sacche, Aliquote, campioni di riferimento… sembrava per noi genitori del tutto improbabile poter ricostruire e capire.

Una parte della informazione, invece di focalizzare il problema, ci ha inizialmente dipinto come egoisti ed imbecilli ma, grazie alla forza del ragionamento (ed a altra “informazione”) siamo riusciti a far capire che non era così.

Il governo, interessato da ben due interrogazioni parlamentari, ha probabilmente preferito banalizzare e guardare altrove. E questo, ignorando il fatto che oltre 16 mila famiglie erano coinvolte e che si tratta anche di una questione etica, di libertà, di lacuna normativa, di diritti e di tutela della salute di una marea di famiglie.

Preso atto di questa situazione, nel mese di novembre 2019, avevamo deciso di rimboccarci le maniche, prendere in mano la situazione, ed organizzare un evento pubblico ad Arese Evento dove abbiamo riordinato le tessere principali di questo grande mosaico. Nulla di quanto detto e ricostruito in quella sede è stato smentito. Ma tutto è stato confermato dai documenti e dai fatti emersi successivamente.

Abbiamo così scoperto il motivo del trasferimento delle cellule, abbiamo ricostruito la normativa nazionale ed internazionale, abbiamo conosciuto ed incontrato le nostre “controparti”, esperti, professionisti. Abbiamo studiato e ci siamo confrontati anche con le autorità oltre confine.

Come da impegni assunti nell’incontro di Arese, siamo volati a Varsavia e li, nel laboratorio della Famicord, abbiamo ri-trovato i tanks trasferiti dal Beglio, dalla Svizzera contenenti gran parte delle cellule dei figli di tutta Europa ed abbiamo verificato le modalità con cui le stesse erano state trasferite.

Abbiamo accertato che “sfortunatamente” (sarà sicuramente curiosa questa considerazione per coloro che sostenevano che le cellule dovevano rimanere altrove⁰) non tutte le cellule sono state trasferite in Polonia. Alcune sono rimaste in svizzera, altre spedite altrove. Ed oggi, di queste, non si hanno più notizie.

L’impegno concreto che avevamo preso ad Arese era anche quello di cercare di “modificare le condizioni degli eventuali contratti” proposti dalle varie società. E questo al fine di tutelare maggiormente i genitori ed i nostri figli.

Inoltre, dovevamo dare vita e monitorare un “test a campione di vitalità e di corrispondenza biologica” del materiale biologico conservato a Varsavia. E questo per accertare (a campione, si ribadisce) se le cellule nel corso degli anni si sono (o meno) deteriorate e se quindi potranno (o meno) essere eventualmente utilizzate in un futuro che ci auguriamo non ci sarà.

L’esigenza era e rimane quella di monitorare ed approfondire correttamente la vicenda seguendo – con una seria analisi – i vari aspetti, gli sviluppi e le dinamiche che ogni giorno arricchiscono questa vicenda di particolari e dettagli.

Come anticipato, per raggiungere gli obiettivi che ci siamo posti pubblicamente, serve ora la forza che può derivare solo dall’agire non solo in nome dei figli di Massimiliano e di Raffaella e di tutti i genitori che collaborano direttamente da mesi, ma in rappresentanza di un nutrito gruppo di genitori.

L’unione, non fa, ma è la forza.

Non critichiamo le altrui decisioni e non offendiamo chi segue altre strade. Per nostra natura non ci limitiamo a dire che faremo.. ma facciamo. Abbiamo fornito elementi utili e fondamentali a tutti i genitori italiani (anche a chi segue altre strade) ed europei. Chiunque può accedere al risultato del tempo da noi sottratto al nostro lavoro ed alle nostre famiglie e per questo chiediamo unicamante rispetto.

Su quello che faremo vogliamo essere, come sempre chiari e concreti. non è per avviare azioni giudiziarie, ma per sostenere l’attività stragiudiziale ai tavoli, negli incontri e nelle discussioni. Se necessario, non si esiterà a comunicare l’esigenza di diversi mandati al fine di presentare e fare quanto necessario nelle competenti sedi. Si proseguirà a collaborare ed informare le varie autorità interessate, come stiamo facendo da mesi.

Noi non sottoscriveremo contratti in nome di altri, ma cercheremo di modificare le condizioni dei contratti che saranno proposti. Sarete voi (e solo voi) a decidere cosa fare delle cellule dei vostri figli. Una cosa è infatti per noi irrrinunciabile: i campioni sono dei nostri (e dei vostri) figli e dovrete essere noi (e voi) ed i nostri (ed i vostri) figli a decidere il destino di oggi e di domani di quei campioni.

Noi tutti, saremo chiamati a riprendere in mano il destino dei campioni dei nostri figli.

Dovremo essere liberi di firmare un contratto, non firmarlo, firmare contratti con altri e, nel caso, di prendere le cellule e portarle altrove o distruggerle. Ma questo, con i piedi per terra e nella consapevolezza dell’esistenza di norme e di procedure che devono e dovranno essere rispettate.

Non obbligheremo nessuno a fare test di DNA o di vitalità sui campioni (sulle aliquote), dei figli o sui genitori, ma cercheremo di definire e concordare una procedura in grado di permettere (e garantire) a chi lo vorrà, di rendersi “consapevolmente” disponibile per quella verifica, il cui esito sarà, indubbiamente, a beneficio di tutti.

E ricordiamo: non sarà un test a tappeto, ma a “campione” .

Un test che cercheremo di rendere possibile e praticabile anche per coloro che ancora non hanno ricevuto conferme della presenza del campione presso il laboratorio. Chiederemo che in caso di estrazione di campioni non ancora ritrovati ci si attivi immediatamente per il loro ritrovo a conferma della capacità di reperire il campione in caso di necessità. Questa sarebbe infatti una conferma ulteriore della serietà del sistema.

Se tutte le cellule estratte e verificate saranno vive e corrispondenti al loro legittimo proprietario, quel risultato positivo potrà offrire a tutti noi ed a tutti i genitori europei un elemento importante di valutazione per ogni scelta e decisione.

Solo così sarà possibile cercare di ricostruire la fiducia nell’intero sistema della crioconservazione che le famiglie hanno inevitabilmente perso.

Questo in sostanza quello che ci eravamo proposti di fare ad Arese il 10.11.2019 e questo quello che, con costanza, abbiamo fatto e che intendiamo proseguire a fare con il vostro aiuto ed il vostro supporto.

Ad oggi, come sapete, abbiamo dedicato moltissimo tempo ed energie. La situazione è diventata da tempo ingestibile per la mole di lavoro, per la quantità di documenti, per le energie, per le spese anticipate, per gli atteggiamenti di alcuni e per il tempo sottratto al nostro lavoro ed alle nostre famiglie.

Noi andiamo avanti: www.maxseregni.it

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